Cos’è?
GPT-3, quello che ho definito “cervellone” non è altro che un programma, un algoritmo possiamo chiamarlo, in grado di compiere delle vere e proprie “imprese” per il mondo dell’AI (Artificial Intelligence).
Perché è rivoluzionaria come invenzione? Perché è la prima volta che un prodotto AI può (e anche bene) a svolgere più di un compito. Infatti tutti gli algoritmi che l’hanno preceduto erano in grado di compiere soltanto una sola azione (spesso anche molto bene, ma sempre una sola). Prendiamo come esempio gli algoritmi per la guide delle macchine, sanno fare solamente quello. Oppure gli algoritmi sviluppati per giocare ai massimi livelli (superiori a quelli umani) di giochi specifici.
Questa era una delle due più grandi differenze fra la mente artificiale e la mente umana. L’altro era la creatività, l’uso dell’immaginazione.
Le potenzialità di GPT-3
Invece il nostro amato algoritmo è il primo ad abbattere, anche se non perfettamente, queste due barriere. GPT-3 riesce a generare delle storie, quindi a simulare l’immaginazione umana. Riesce, parlando di cose più serie, a generare codice. Noi possiamo descrivergli in inglese cosa vogliamo: “A red square button that send you to Google homepage if you click on it” e l’algoritmo è in grado di generare il codice corrispondente (in questo caso abbiamo supposto parlassimo di HTML e CSS). È quasi superfluo spiegare le potenzialità che può avere questa cosa. La quantità di problemi a cui si potrà trovare una soluzione più facile.
Altre funzionalità sono quella di motore di ricerca, ma non su Internet, bensì fra i dati che esso detiene.
Inoltre può essere impiegato nella traduzione automatica o come chat bot.
Sembra un oggetto fantastico, ma non è tutto oro quel che luccica.
Il lato oscuro di GPT-3
Vi starete chiedendo cos’è? Beh GPT-3 è razzista, omofobo, sessista, xenofobo e probabilmente risponderebbe in maniera non-etica sempre. Perché? No, non perché i robot sono malvagi, brutti e cattivi. Ma perché lo siamo noi. Infatti GPT-3 non è altro che un’immensa rete neurale costruita con l’utilizzo di ben 175 miliardi di parametri, ma anche su una marea di dati fornitole da wikipedia e dal web in generale. Poiché tutte le risposte fornite da GPT-3 sono il risultato di algoritmi matematici che regolano le reti neurali (che probabilmente affronteremo in un altro articolo), algoritmi che servono per far raggiungere alla macchina sempre un dato obiettivo. Ed in questo caso l’obiettivo è sembrare umano. GPT-3 sarà com’è la maggior parte degli essere umani: razzista, omofobo, sessita, xenofobo ed altro ancora. Siamo noi il problema etico, non lo sono MAI le macchine.
Questo, per quanto possa sembrare agghiacciante, non è l’unico che lato oscuro di questo stupendo algoritmo implementato da openAI. Infatti, come la stessa compagnia temeva, GPT-3 può essere sfruttato per la produzione di articoli (essendo in grado di generare articoli apparentemente identici a quelli di autori umani), ma soprattutto di fake-news. Questa forse è la più grande minaccia dell’AI, o meglio dei malintenzionati che la utilizzano per i loro scopi. Definire malvagia una tecnologia è sempre sbagliato, malvagio è chiunque faccia male utilizzandola. Ma perché questa è una minaccia così grave? Perché le notizia, le news, influenzano le persone. E poterne creare di false vuol dire influenzare a piacimento i pensieri, le persone. E poterlo fare su larga scala… Vuol dire potere, un grande potere. Ma anche di questo probabilmente parleremo meglio in un altro articolo.
Open source check!!
Un’altra tecnologia avanzatissima open source. Il mondo dell’open source è sempre più vasto. Questa è una delle più grandi vittorie: rappresenta la vera forza della scienza. L’open source è la risposta etica ed efficiente per tutte le scienze e materie. Ma pure questo lo approfondiremo un un altro articolo.
GPT-3, mi racconti la favola della buona notte?
(da aggiungere)